Una volta c'era un signore
uno strano viaggiatore
che viaggiava in macchina...
da scrivere!
Che c'è di strano?
Non a tutti piace il treno
o l'aeroplano.
Come faceva? Così:
batteva sul tastino
della "T"
ed eccolo a Torino.
Toccando la zeta
sbarcava a Gaeta.
Per andare nel Perù
pigiava la lettera "u".
Una volta, in Estremadura,
ebbe una brutta avventura.
Lo insguivano i banditi...
Ma lui, niente paura:
rotolò sul sentiero
una fila di "zero":
000000000.
Capitombolo generale:
la banda finì all'ospedale.
Notte e giorno dalla sua stanza
usciva un ticchettio,
un calpestio di tasti,
di fogli un gran fruscio.
Ora la macchina tace.
Il viaggio è terminato.
Il nastro riposa in pace,
un po' bucherellato.
Ma se andate in libreria
vedrete nella vetrina
una nuova copertina.
Lo strano viaggiatore
era dunque uno scrittore?
Viaggiava nella fantasia?
Può darsi, naturalmente.
Ma, caso più sorprendente,
migliaia di persone
con il suo libro in mano
rifanno il suo viaggio
senza muoversi dalle poltrone,
senza prendere treno
né aeroplano...
G. Rodari, LO STRANO VIAGGIATORE, Editori Riuniti